Io prima condannato, ora prosciolto: "Porno per bambini" un caso infinito
Quasi sei anni di calvario giudiziario per avere criticato una mostra. Non è uno scherzo, ma una vicenda vissuta in prima persona. Riassumo brevemente i fatti: il 13 dicembre 2018, in un locale milanese, avrebbe dovuto tenersi l'inaugurazione di una rassegna di disegni a carattere sessuale. Sul materiale promozionale campeggiava a caratteri cubitali lo pseudonimo dell'artista: «Porno per bambini». Come prevedibile, numerose furono le polemiche che accompagnarono l'annuncio dell'evento che, alla fine, non ebbe luogo. Su ilGiornale.it scrissi un breve commento, dal titolo «Porno per bambini: orrore demoniaco nella Milano chic». Il contenuto era forte, ma in alcun modo oltrepassava, per come ha stabilito una sentenza divenuta irrevocabile lo scorso 11 settembre, il diritto di critica. Fui querelato dai titolari del locale che avrebbe dovuto ospitare l'inaugurazione e, rinviato a giudizio, condannato in primo grado a 5mila euro di multa e a risarcire l'artista e la proprietà del locale con la somma di 25mila euro.
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